Respirare meglio per insegnare meglio


Respirare meglio per insegnare meglio: alcune considerazioni a margine di una proposta di formazione per docenti
Questo contributo nasce da una riflessione maturata nell'applicazione quotidiana di tecniche e strumenti di benessere in classe che vorrei condividere con altri docenti con l'intento di proporre strategie pratiche per gestire lo stress e migliorare la qualità della didattica. Do per scontato, e ritornerò poi su questo punto, che proporre soluzioni individuali senza considerare il contesto più ampio è affrontare un discorso incompleto e potenzialmente non corretto, nel senso che non si può parlare di benessere del docente senza parlare del sistema in cui opera.
Per dare concretezza a questa riflessione, la mia proposta si basa su alcuni pilastri scientifici che collegano il nostro stato interiore alla pratica didattica.
Emozione e cognizione: un legame indissolubile
La visione tradizionale che separa nettamente ragione ed emozione è ormai da tempo superata, grazie alla ricerca neuroscientifica e ai lavori fondamentali di ricercatori come Antonio Damasio. In un articolo del 2007, Damasio stesso e Immordino-Yang dimostrano che funzioni cognitive superiori come l'apprendimento, la memoria e il processo decisionale sono immerse in quello che definiscono "pensiero emotivo" (emotional thought) (Immordino-Yang & Damasio, 2007, p. 8). L'emozione agisce come un "timone emotivo" (emotional rudder) che guida la conoscenza (Immordino-Yang & Damasio, 2007, p. 6). Studi su pazienti con danni cerebrali alla corteccia prefrontale ventromediale (danno che, semplificando, scollega la conoscenza dalle emozioni) hanno rivelato che è possibile conoscere le convenzioni sociali, logiche e morali che dovrebbero guidare il nostro comportamento a un livello astratto, ma senza la guida delle emozioni diventa impossibile applicarle efficacemente nella vita reale (Immordino-Yang & Damasio, 2007, p. 5). Da qui consegue che un apprendimento privo di un "aggancio" emotivo rischia di rimanere sterile; in altre parole, la conoscenza puramente nozionistica non si trasforma in una capacità reale di agire e decidere efficacemente nel mondo. Questo principio si applica in modo speculare al docente: un insegnante il cui stato emotivo non è regolato non può creare le condizioni ottimali per un apprendimento efficace, poiché la sua stessa capacità di decidere, pianificare e relazionarsi in classe è compromessa.
L’efficacia della respirazione
Diversi studi mostrano che le pratiche di respirazione in classe funzionano: sono interventi di mindfulness semplici ed economici che migliorano il benessere, il comportamento e l'apprendimento di studenti e docenti. Sugli studenti, si osserva una riduzione di stress e ansia, in particolare quella legata alle verifiche, e un potenziamento delle funzioni esecutive come la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva (Flook et al., 2010). Inoltre, pratiche focalizzate sul respiro migliorano l'attenzione e la concentrazione, riducendo i comportamenti dirompenti (Napoli et al., 2005).
Ma l'effetto più sorprendente si ha quando sono gli insegnanti stessi a portare queste pratiche nella loro vita. La calma di un docente, infatti, è contagiosa e si diffonde in tutta la classe, creando un potente "effetto a catena". Non è solo un'impressione: la ricerca mostra che i percorsi di consapevolezza aiutano concretamente i docenti a ridurre lo stress e a sentirsi meno vicini al burnout (Jennings et al., 2017). Un insegnante più sereno e presente gestisce l'aula con più efficacia, e i ragazzi se ne accorgono. Uno studio ha persino misurato che, dopo una formazione specifica per gli insegnanti, i comportamenti aggressivi tra gli studenti diminuivano drasticamente (Singh et al., 2013). Questo dimostra che aiutare un insegnante a stare meglio è il primo passo per aiutare un'intera classe a stare bene.
L'effetto a catena del benessere docente e il ruolo cruciale del contesto
Il benessere dell'insegnante non è un fattore isolato. Una vasta revisione di 44 studi condotta da Benjamin Dreer (2023) ha dimostrato che esso crea un "effetto a catena" (ripple effect) che si propaga a tutto il sistema scolastico (Dreer, 2023, p. 2). Un insegnante che sta bene ha un impatto positivo misurabile sulla propria salute e il proprio equilibrio, sulle relazioni con gli studenti, sulla qualità della didattica e, di conseguenza, sui risultati degli studenti (Dreer, 2023, p. 11). Il modello della "classe prosociale" di Jennings e Greenberg, citato nello studio, riassume questo concetto: il benessere del docente è il punto di partenza da cui derivano, a cascata, relazioni migliori e un apprendimento più solido per tutti (Dreer, 2023, p. 2). Investire sul benessere di un insegnante è, quindi, un investimento diretto sul benessere dell'intera comunità scolastica.
Le pratiche di consapevolezza sono quindi strumenti essenziali di resilienza, che permettono all’insegnante di muoversi in contesti spesso impegnativi. Ma il vero cambiamento avviene quando l'intera comunità educante – dai dirigenti ai responsabili politici – si assume la responsabilità di costruire un contesto che non solo chieda ai docenti di essere efficaci, ma che dia loro le risorse per esserlo in modo sostenibile e sano. Il quadro proposto dall'OCSE (Viac & Fraser, 2020) è illuminante a questo proposito. Il benessere dipende da un equilibrio tra le “richieste lavorative”, ovvero i fattori che consumano energia come il carico di lavoro eccessivo e la burocrazia, e le “risorse lavorative”, cioè i fattori che nutrono e sostengono come l'autonomia professionale e il supporto dei colleghi (Viac & Fraser, 2020, p. 33). Entrambi questi aspetti sono in gran parte sotto il controllo delle istituzioni scolastiche. Come dimostra lo studio di Sarah Mercer (2020), un ambiente fisico degradato o la mancanza di risorse vengono percepiti dai docenti non solo come una mancanza di rispetto, ma agiscono come un segnale costante di insicurezza e svalutazione, erodendo il benessere a livello fisiologico.
In conclusione, le pratiche individuali sono fondamentali, ma il loro effetto è potenziato e reso sostenibile solo quando l'istituzione scolastica fa la sua parte per creare un ambiente di lavoro sano. Anzi molto di più della singola istituzione scolastica, il benessere degli insegnanti riflette il valore che un'intera società attribuisce all'educazione e a chi la rende possibile ogni giorno. Investire sul benessere dei docenti non significa semplicemente invitarli a "respirare di più", ma creare attivamente le condizioni perché possano farlo. Si tratta, in ultima analisi, di una scelta che definisce il valore che una società attribuisce all'educazione e al futuro che intende costruire.
Bibliografia
- Dreer, B. (2023). On the outcomes of teacher wellbeing: A systematic review of research. Frontiers in Psychology, 14. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2023.1205179
- Flook, L., Smalley, S. L., Kitil, M. J., Galla, B. M., Kaiser-Greenland, S., Locke, J., & Kasari, C. (2010). Effects of mindful awareness practices on executive functions in elementary school children. Journal of Applied School Psychology, 26(1), 70–95.
- Immordino-Yang, M. H., & Damasio, A. (2007). We feel, therefore we learn: The relevance of affective and social neuroscience to education. Mind, Brain, and Education, 1(1), 3–10.
- Jennings, P. A., Brown, J. L., Frank, J. L., Doyle, S., Oh, Y., Davis, R., & Greenberg, M. T. (2017). Impacts of the CARE for Teachers program on teachers’ social and emotional competence and classroom interactions. Journal of Educational Psychology, 109(7), 1010–1028.
- Mercer, S. (2020). The wellbeing of language teachers in the private sector: An ecological perspective. Language Teaching Research, 27(5), 1054–1077. https://doi.org/10.1177/1362168820973510
- Napoli, M., Krech, P. R., & Holley, L. C. (2005). Mindfulness training for elementary school students: The attention academy. Journal of Applied School Psychology, 21(1), 99–125.
- Singh, N. N., Lancioni, G. E., Winton, A. S., Karazsia, B. T., & Singh, J. (2013). Mindfulness training for teachers changes the behavior of their preschool students. Research in Human Development, 10(3), 211–233.
- Tasan, M., Mede, E., & Sadeghi, K. (2021). The effect of pranayamic breathing as a positive psychology exercise on foreign language learning anxiety and test anxiety among language learners at tertiary level. Frontiers in Psychology, 12. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2021.742060
- Viac, C., & Fraser, P. (2020). Teachers' well-being: A framework for data collection and analysis (OECD Education Working Papers, No. 213). OECD Publishing.
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