Italiano Zen: imparare con corpo, mente ed emozioni

Manuela Derosas

Sappiamo bene che l’apprendimento di una lingua non è solo un processo tecnico, fatto di regole grammaticali e di sintassi, basato sulla memorizzazione, ma un’esperienza che coinvolge mente, corpo ed emozioni. È proprio da questa consapevolezza che nasce Italiano Zen, con l’obiettivo di trasformare la classe di italiano in uno spazio di crescita personale, dove studiare la lingua significa anche sviluppare qualità interiori come la consapevolezza, la fiducia e l’empatia.

Mi sono sempre chiesta: come rendere la classe di italiano un’esperienza significativa? Come trasformarla in un momento di crescita personale? È possibile, studiando l’italiano, sviluppare allo stesso tempo le proprie qualità interiori? Sono state queste domande a ispirare la creazione di un approccio olistico, che cerca di mettere al centro la persona.

Nell’approccio Italiano Zen, la classe diventa uno spazio che integra strumenti ispirati allo yoga e alla meditazione. La pratica del respiro consapevole, l’ascolto del corpo e l’attenzione alla dimensione emotiva sono elementi chiave (che fra l'altro non sono completamenti nuovi nella didattica delle lingue, anche se stentano ancora a essere applicati  nel pieno delle loro potenzialità). In questo contesto, la riduzione dello stress non è un obiettivo secondario, ma una condizione essenziale per favorire l’apprendimento. Se il corpo e la mente sono in armonia, studiare diventa più naturale e meno faticoso. Voglio dire che quando la mente è calma, anche imparare diventa naturale.

Oltre alle tecniche e agli strumenti, nelle lezioni di Italiano Zen si affrontano spesso temi di crescita interiore, che raramente trovano spazio nelle classi di lingua tradizionali (per esempio, il lasciare andare, il radicamento, la gratitudine, l’empatia...). Non si tratta di strumenti pensati esclusivamente per facilitare il modo in cui impariamo una lingua, ma che ci sono utili in ogni aspetto della nostra vita, che possono arricchire il modo in cui viviamo le esperienze – inclusa quella dello studio di una lingua.

Il corpo ha un ruolo attivo nell’apprendimento linguistico. Già Aristotele, con la scuola peripatetica, aveva capito che il movimento influisce positivamente sull’apprendimento e sull’attenzione! Oggi le neuroscienze confermano che il legame tra movimento, memoria e apprendimento è profondo: il corpo non è solo un veicolo, ma un alleato essenziale nella costruzione della conoscenza. Anche la respirazione consapevole, generalmente trascurata, può influenzare la fluidità dell’espressione orale (solo per citare una delle possibili ricadute positive a livello di apprendimento), aiutando gli studenti a sentirsi più sicuri quando parlano. 

Attraverso la ricerca di un equilibrio tra mente, corpo ed emozioni, lo studio della lingua diventa un’esperienza autentica, significativa e profondamente trasformativa. Un invito a rallentare, ad ascoltarsi, a lasciarsi guidare non solo dalle parole ma dalla presenza. Un italiano vissuto, sentito, respirato!